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Shabbat Parasha Noach - 1 Novembre

E il Signore disse a Noè “Costruisci un’Arca di legno di Gofer; falla a stanze, e spalmala di pece, di fuori e di dentro. E questa è la forma della quale tu la farai: la lunghezza di essa sia di trecento cubiti, e la larghezza di cinquanta cubiti, e l’altezza di trenta cubiti.

(Genesi 6:14-15)

In seguito a tutto ciò, il Signore chiamò nuovamente Noè dicendo: “Dov’è l’arca che ti ho ordinato di costruire?” E Noè rispose: “Perdonami, Signore, ma il mio appaltatore ha fatto confusione. La pece che mi hai comandato di utilizzare per impeciare l’arca di fuori e di dentro è stata consegnato all’indirizzo sbagliato, e il tipo che lavora al deposito di legname non sa cosa siano i cubiti. Sto cercando di fare del mio meglio.”

Il Signore si adirò e disse: “Così sia. E fai entrare nell’Arca una coppia di ogni animale per conservarli in vita teco, la terra è piena di violenza (hamas) ed io la distruggerò” (Genesi 6:11)

Ma così non fu. “Reboynah shel oylam, Signore dell’universo,” disse Noè “Ora i conducenti dei carri stanno scioperando. Gli uccelli di campagna si muovono solo a dozzine. Inoltre un gorilla maschio è impossibile da trovare, e credi sia facile trovare un idraulico durante il fine settimana? Signore, Signore, cosa posso fare?”

Il Signore non diede risposta, ma si pentì del suo piano di distruggere l’umanità. Gli esseri umani sembravano più che capaci di farlo da soli.

Non troverete questa storia nel Midrash, ma è comunque è una vecchia storia. Un racconto di frustrazione, irritazione ed esasperazione. Per tutte le cose che non vanno per il verso giusto, che vi fanno arrabbiare e che vi danno fastidio e provocano quel tipo di rabbia momentanea che non è tipica del vostro carattere. E’ una storia che racconta quegli eventi che portano allo stress che vengono dal vivere un’esistenza socialmente inter-connessa e inter-dipendente.

David mi ha raccontato la storia in cui lui si trovava dietro ad una signora in un emporio di alimentari. La signora stava urlando al cassiere, utilizzando un linguaggio scurrile e pieno di insulti. Quando David le chiese come mai si stesse comportando cosi, lei si scusò dicendo: “Ho prenotato un pranzo per 20 persone, e la persona che doveva aiutarmi non si è presentata”.

Nella porzione di Torah di questa settimana, Dio è preso dallo sconforto nei confronti del genere umano perché hanno riempito il mondo di hamas – solitamente questa parola viene tradotta come “mancanza di leggi”. Non sono in realtà sicuro che sappiamo esattamente cosa significhi hamas; ma, se Dio lo ritenne motivo per portare a termine l’esistenza umana, non era sicuramente qualcosa di buono. E’ interessante che nella porzione di Torah di settimana prossima, quando la moglie di Abramo, Sara, la matriarca, viene insultata dalla sua serva, Hagar, ella utilizzi la stessa parola per descrivere questa situazione quando ne parla con Abramo. “Hamasi, la mia hamas è causa tua.”(Genesi 16.5) Non credo che le due situazioni abbiano ugual peso o conseguenze. Ma cosi è. Quante volte sentiamo che certe situazioni fastidiose ed irritanti siano “la fine del mondo”.

Quando reagiamo spropositatamente alle piccole cose, ci viene facile ignorare la dignità altrui, e così facendo perdiamo la nostra al contempo. La frustrazione è, beh… frustrante; ma una persona può irritarsi e resistere alla tentazione di comportarsi in maniera disumana. Se abbastanza persone perdono la pazienza sarà la fine della vita civilizzata su questa terra, e lo sappiamo bene.

La mia amica Ellen ebbe a che fare con un inquilino alquanto difficile che aveva preso in affitto il suo appartamento. Costui tendeva ad esagerare nelle sue lamentele. Ce ne furono diverse di lamentele, e lui tendeva a comunicarle in maniera drammatica. In fine quando descrisse “disastroso” una decolorazione della boiacca delle piastrelle del bagno, Ellen mi disse, “E’ diventata una mia missione aiutare questo giovane nel distinguere fra tragedia e fastidio.”

Amici, ogni tanto dobbiamo riprenderci. Fare un respiro, rilassarci. Perché, proprio come il nostro agente di viaggio ci disse prima del nostro viaggio in India, “Non tutto andrà per il verso giusto". Perciò quando vi sentite sul punto di esplodere, quando una macchina vi taglia la strada nel traffico, oppure state aspettando quella consegna che vi era stata promessa settimane fa, fate un respiro. Contate fino a dieci. Non viviamo in Siria; e dopo tutto si tratta per la maggior parte di boiacca delle piastrelle.

Shabbat Shalom

Rabbi Whiman