Parasha – Behaalotcha –Numeri 8:1−12:16: (17 Giugno)

Riassunto:

Nella nostra porzione di questa settimana, Dio parla con Mosè e gli descrive la menorah per la tenda del convegno. In seguito i leviti vengono scelti come assistenti di Aronne e dei suoi figli. Per coloro impossibilitati a celebrare Pesach durante Nisan viene data l’occasione di celebrare un “secondo Pesach” durante il mese di Sivan.  Una nuvola di giorno ed un fuoco di notte dimostrano la presenza di Dio sul tabernacolo. Quando la nuvola si solleva dal tabernacolo, il popolo lascia il Sinai, iniziando il suo viaggio, tribù per tribù. Abbiamo un tema ricorrente in cui gli israeliti si lamentano per la mancanza di carne, e ciò finisce per frustrare Mosè. Dio gli dice di eleggere un consiglio di saggi. Più avanti Dio dà carne agli israeliti, punendoli poi con una peste pesante. Miriam e Aronne parlano della “donna cuscita” che Mosè ha sposato. Oltre a questo, i due si lamentano che Dio parla non solo attraverso Mosè ma anche attraverso loro. Miriam viene punita con la lebbra, e Mosè prega Dio di guarirla. In seguito alla guarigione di Miriam, il popolo riprende il suo viaggio.

Insegnamento della nostra Haftarah - Zaccaria 2:14-4:7: 

Sia le nostre porzioni di Torah e di haftarah descrivono la menorah dell’antico tempio. Entrambe le porzioni s’impegnano a descrivere il luogo della menorah come simbolo della nazione. Nessuna vista a Roma è completa se non si va a vedere l’arco di Tito su cui troviamo la menorah dell’antico tempio, che fu portata via da Gerusalemme durante il sacco della città. Inoltre, se si visita la Knesset a Gerusalemme va sicuramente vista la menorah cerimoniale, che racconta la storia del popolo ebraico. 

 

Il potere della menorah -e di altri oggetti sacri- non può essere sottovalutato. La bellezza della menorah soddisfa la mitzvah “hidur mitzvah”, il principio di migliorare una mitzvah tramite l’estetica. Questo concetto viene dal commento nel Talmud da parte di Rabbi Ishamel, al seguente verso nella Torah: “Questo è il mio Dio, che glorifico”. Qualsiasi calice può contenere il vino per il Kiddush del venerdì sera; detto questo, un calice d’argento decorato rende questo momento unico e lo glorifica. Dato il hidur mitzvah , proprio come la bellissima menorah si trovava nell’antico tempio, così anche le case ebraiche sono piene di bellissimi oggetti ritualistici. 

 

La menorah del tempio ci insegna un’altra lezione importante. Nella nostra haftarah di questa settimana leggiamo: “Non con forza, né con potenza, ma attraverso il mio spirito.”  Mentre la menorah era un oggetto fisico che usavamo per portare sacralità, essa non aveva il potere di una reliquia religiosa, che incorporava sacralità di per sé. Invece, Zaccaria ci ricorda che Dio viene invitato nel nostro mondo senza forza e senza potenza.  Non è tramite oggetti ritualistici come la menorah o la luce delle sue candele che Dio entra nelle nostre vite. Invece preghiamo che la luce delle candele della menorah possano toccare le nostre anime, creando uno spirito di santità che possa permeare le nostre vite ed il nostro mondo.

Shabbat Shalom

Rabbi Donald Goor