Parasha – Aharei Mot - Levitico 16:1-18:30: (29 Aprile) 2022

Riassunto:

Nella nostra porzione di Torah di questa settimana vengono delineati i compiti che devono svolgere i sacerdoti durante Yom Kippur insieme a come va svolta la cerimonia del capro espiatorio. Mosè informa Aronne sulle leggi del digiuno e del pentimento per ciò che riguarda Yom Kippur.

Vengono dati degli avvertimenti contro sacrifici fatti fuori dal santuario ed il consumo di sangue.  Infine, Mosè condanna pratiche sessuali di alcuni dei popoli circostanti e vengono proibiti certi rapporti sessuali.

 

Lezione della Haftarah – Ezechiele 22:1-19:

Quando stavo studiando per diventare rabbino, il mio professore, H.M. Orlinsky scrisse:  “Se si legge il libro di Ezechiele, si può comprendere che il governo ed il popolo della Giudea stavano commettendo una delle più grandi serie di peccati nella storia della Giudea stessa e di Israele, se non della storia per intero.” Sia la nostra porzione di Torah che la nostra porzione di hafatarah si concentrano sulle improprietà sessuali.

Durante la visita di Ezechiele a Gerusalemme, il profeta fu scioccato da cosa vide e denunciò la leadership ed il popolo per la loro depravazione morale. Chiamò Gerusalemme, la città del sangue.

Per ben otto volte Gerusalemme e la sua gente viene accusata di violare le leggi stringenti della Torah per ciò che riguarda il sangue. Perché Ezechiele utilizza l’immagine del sangue? Il sangue è una metafora usata dal profeta per  significare la totale corruzione della città. Ezechiele sapeva che i suoi lettori a Gerusalemme avrebbero capito la sua metafora. Il sangue è equivalente alla vita stessa. Per Ezechiele che inveisce contro la corruzione della gente e della sua leadership, il sangue funge da veicolo per il suo messaggio. Secondo Ezechiele, l’estorsione, la disonestà e altre depravazioni morali sono come succhiare il sangue. Impariamo che il maltrattamento dei poveri e dei bisognosi è un atto di spargimento di sangue. Tra le varie depravazioni il profeta menziona anche la calunnia. Secondo Ezechiele il calunniatore sta uccidendo la reputazione della sua vittima perciò il peccato equivale all’omicidio.

Ezechiele tornò a Gerusalemme dalla Babilonia, sperando di godere della santità di questa città sacra.  Invece, trovò peccato e malvagità tra il popolo e la loro leadership. Solo nell’ultimo verso della haftarah vi è un barlume di speranza.  Si, per Ezechiele c’è ancora la possibilità che la speranza trionfi sulla disperazione.

Shabbat Shalom

Rabbi Donald Goor