Parasha Vayikra - Levitico 1:1−5:26 – 11 Marzo 2022

Riassunto:

Nel cominciare un nuovo libro della Torah questa settimana, la nostra attenzione si sposta sui sacrifici nel tempio. In questa porzione troviamo i diversi tipi di sacrifici. Lo olah o "olocausto" era un sacrificio volontario, che comportava un alto livello di santità e veniva considerata un offerta “standard”.  L’intero animale, tranne la pelliccia, veniva bruciato sull’altare. Il minchah (o "pasto") era un sacrificio fatto di farina, olio ed incenso, che veniva parzialmente bruciato sull’altare, in parte dato ai sacerdoti da mangiare. Lo zevach sh'lamim o "sacrificio del benessere”, era l’offerta volontaria di un animale proveniente dal proprio pascolo, spesso fatto per mantenere fede ad una promessa. Il chatat o "offerta di peccato" era un sacrificio che veniva offerto per espiare un peccato commesso non intenzionalmente. Questa offerta si differenzia dalle altre nel modo in cui veniva trattato il sangue dell’animale. Infine abbiamo lo asham o "offerta di penalità", un sacrificio di un ariete che veniva fatto da parte di chi si fosse impossessato di una proprietà in maniera illecita. 

Lezione di Haftarah – Isaia 43:21-44:23:

La nostra porzione di Torah si concentra sui sacrifici che venivano fatti presso il tempio di Gerusalemme. Ai tempi del profeta Isaia il tempio era stato distrutto e quindi Isaia esortò la gente a fare a Dio offerte dal loro cuore.

Nella nostra haftarah Isaia si rivolge al popolo ebraico in esilio, che si chiede se Dio lo abbia abbandonato. Il messaggio di Isaia va contro questo pensiero, affermando che il popolo ebraico è caro a Dio. 

Il discorso di Isaia rafforza l’idea che il popolo ebraico sia stato scelto da Dio. Nella Torah, il popolo ebraico viene descritto come il “tesoro” dell’Eterno, un “regno di sacerdoti ed una nazione santa.”  Data la loro elezione a svolgere il servizio divino, hanno un obbligo verso Dio… un obbligo di evitare l’idolatria e di agire in maniera etica e sacra. 

Anche oggi, dopo migliaia di anni, il nostro ebraismo si basa su questi ideali. Essere ebreo è un privilegio. Nella nostra preghiera quotidiana, ed in quella di Shabbat, continuiamo a ringraziare Dio per averci prediletti rispetto agli altri popoli, dandoci un destino unico. Quando accettammo la Torah presso il Sinai promettemmo di mantenere fede al nostro ruolo nel patto divino. Il piano storico di Dio si può realizzare solo se manteniamo fede agli obblighi che abbiamo nei suoi confronti.

Essere stati scelti non vuol dire che noi siamo un popolo superiore. Ci deve invece ricordare che siamo privilegiati- siamo compagni di Dio nella redenzione ultima del mondo. 

Shabbat Shalom

Rabbi Donald Goor