Shabbat Vayechi - 21 Dicembre, 2018

A partire da Ottobre di quest’anno, ogni settimana ho scritto e pubblicato un mio commento sulla parshat ha-shavuah, il passo settimanale della Torà che viene letto durante la funzione mattutina di Shabbat. Non appena finisco di scrivere il blog e lo invio, devo iniziare a pensare a quello della settimana successiva.

Il New York Times ha recentemente pubblicato un articolo riguardante la settimana della moda a Milano. Il titolo era qualcosa del tipo: “Disegna. Pianifica. Produci. Esegui.” Wow. E poi fai di nuovo tutto da capo! Sicuramente non appena la linea stagionale di abiti è nei negozi, le case di moda sono già al lavoro per preparare la linea per l’anno seguente.

Questa è la caratteristica di ripetitività di tanta parte dell’attività umana.

La mitologia ci racconta di Sisifo, il re di Corinto, che venne condannato dagli dei a spingere un enorme masso su per una collina, solo per vederlo rotolare giù di nuovo ed essere costretto a ripetere lo sforzo all’infinito. Da qui il termine “sisifeo” ad indicare un compito o un lavoro infinitamente ripetitivo e inutile.

In questo Shabbat Vayechi giungiamo alla fine del Libro Della Genesi e settimana prossima inizieremo Il Libro Dell’Esodo – una sequenza che abbiamo ogni anno durante questo periodo, con il nostro seguire ancora una volta il ciclo della Torà. Tanti nostri gesti e atti sono ripetitivi, ma posso essere considerati sisifei?

La Mishnà recita e ripete quotidianamente nelle funzioni mattutine: “Questi sono doveri di valore inestimabile, la cui ricompensa è altresì inestimabile, atti che non possono mai essere tralasciati con la frase “Ho fatto abbastanza”. Controllate l’elenco dei doveri e vedrete che sono atti di rettitudine morale, di compassione e di amore, che, anche se vengono costantemente ripetuti, non cadono mai nella categoria “dell’aver fatto abbastanza”. Includono onorare il padre e la madre, compiere atti di amore e gentilezza, frequentare la casa dello studio, consolare chi è in lutto, e fare pace quando c’è un conflitto. Con tutto il rispetto a queste mitzvot, anche qui ci troviamo davanti ad un caso di “Disegna. Pianifica. Produci. Esegui. E poi ripeti”.

Questi atti fanno la differenza? La risposta è sì, secondo la fede ebraica. Riparano il mondo.

Quando giungiamo al termine della lettura di qualsiasi volume del pentateuco, diciamo: chazak, chazak v’nitchazek – sii forte, sii forte, e ci rafforzeremo.

In modo da avere la koach, la forza di agire con bontà, per poi ripeterci nuovamente.

Shabbat Shalom

Rabbi Whiman