Parashat Vayikra Levitico 1:1−5:36 -19 marzo 2021

Riassunto:

Questa settimana iniziamo un nuovo libro della Torah, un libro che si concentra sul culto sacrificale nel tempio. Nella nostra porzione, Dio istruisce Mosè sulle 5 diverse tipologie di sacrifici che andavano fatti presso il santuario :  

1.      Il olah o "olocausto" era un sacrificio volontario che possedeva un alto livello di sacralità e veniva considerata come l'offerta normale. L'animale intero, eccetto la pelle, veniva bruciato sull'altare.

2.     Il minchah o "offerta di pasto" era un sacrificio fatto di farina, olio, sale ed incenso, che in parte veniva bruciato sull'altare e in parte veniva dato ai sacerdoti da mangiare.

3.     Lo  zevach sh'lamim o"sacrificio del benessere" era un'offerta volontaria di un animale dalla mandria di una persona, spesso fatto per tenere fede ad un patto.

4.      Il chatat o "offerta di peccato" era un sacrificio obbligatorio che veniva fatto per espiare peccati accidentali. Questa offerta si differenzia dalle altre dallo speciale trattamento del sangue dell'animale.

5.      Il asham o "offerta di pena" era un sacrificio obbligatorio di un caprone da parte di chi aveva rubato.

Lezioni:

Quando gli insegnanti si riuniscono, amano raccontare storie sulle scuse più curiose fatte loro da loro studenti. “Il cane mi ha mangiato i compiti” “La mia sveglia non funzionava”. “Il traffico era terribile”. “Il mio computer è andato in panne” “Nessuno me lo ha detto.”

Usiamo scuse di questo tipo per diversi motivi…  OK – a volte queste scuse sono veritiere, ma raramente raccontano i fatti per intero. Spesso ci viene più facile parlare dei nostri fallimenti come un qualcosa che va al di fuori del nostro controllo, come se in qualche modo non fosse colpa nostra. Non puoi dare la colpa a me, quando in realtà fu il mio cane, la mia sveglia, il traffico, il mio computer, o meglio di tutte, è colpa degli altri. E’ molto facile dare la colpa a qualcun altro.  Non ci piace avere torto. Ci dà fastidio.

Questa settimana iniziamo la nostra lettura del Levitico, che sembra essere il libro che piace meno per quanto riguarda la Torah! Perché? Date un occhio alla parashà di questa settimana , è un litania di sacrifici : עולה olah – l’olocausto, מנחה mincha – l’offerta di pasto, שלמים sh’lamim – l'offerta del benessere, חטאת chatat –offerta di purificazione, e אשם asham – offerta riparatoria. Tanti sacrifici– tanto sangue e tanta truculenza– tutto per errori che abbiamo commesso noi!

Non siamo gli unici ebrei a livello storico a sentirci infastiditi da tutti questi sacrifici! Il profeta Isaia scrive :  

“Perché mi state offrendo tutti questi sacrifici?”dice Adonai; “Sono stufo – di questi olocausti di caproni, del grasso, e non desidero il sangue di tori, di agnelli, o di capretti.

Isaiah ci dice che ciò che Dio vuole davvero da noi è questo:  

“Non fare più del male. Impara a fare del bene; persegui la giustizia, dai forza agli oppressi, sostieni i diritti dell'orfano e della vedova.”

Migliaia di anni dopo, vi sono lezioni che anche noi possiamo apprendere dal Vayikra –dai sacrifici del Levitico. Primo – possiamo ringraziare Dio che i nostri avi presero a cuore le parole di Isaiah. Piuttosto che soffermarsi sul sangue e le frattaglie e perseguire un ebraismo fatto di sacrifici animali, ascoltarono le parole di Isaiah e si concentrarono sul discorso umano per perseguire un ebraismo di giustizia.

Eppure, vi è una lezione importante anche nei sacrifici stessi. Il Levitico, con i sacrifici animali, dona agli israeliti una serie di strumenti con cui possono riparare il mondo, il santuario e se stessi. Nel presentare una via per riparare dove si ha errato, il Levitico ci dice che abbiamo il controllo sulle nostre vite e sul nostro mondo, che possiamo porre rimedio quando abbiamo sbagliato.

Non vi sono demoni a cui dare la colpa quando qualcosa va storto. Il Levitico non si sofferma sulle scuse. Non permette agli antichi ebrei di dire “la mucca ha mangiato il mio sacrificio; il mio asino ha distrutto tutto!” Il Levitico non si sofferma sul motivo del peccato. L'enfasi è invece posta sulla risposta, il modo in cui superiamo i nostri errori.

Una bella sfida al nostro modo di pensare: il cercare sempre qualcuno o qualcosa a cui dare la colpa. Il Levitico ci insegna che quando sbagliamo non dobbiamo creare scuse. Lavoriamo sui nostri errori e impegniamoci a porvi rimedio. Ci vogliono carattere e forza morale per assumere la responsabilità delle nostre azioni e per essere onesti con gli altri su queste ultime e a maggior ragioni essere onesti con noi stessi. Essere ebrei significa non trovare scuse. Questa è la sfida che il Levitico ci lancia. 

Shabbat Shalom

Rabbi Don Goor