Shabbat Lech Lecha 9 Novembre

Dio parla con Abramo in diverse occasioni durante il corso della porzione di Torà di questa settimana. In solo un’occasione, il testo utilizza la formula vayomer adonai – “e Dio disse”. L’eccezione compare all’inizio del capitolo 15 quando devar adaonai el Avram – “la parola del Signore giunse ad Abramo”. La singolarità di questa espressione è importante per due motivi.

Primo, il messaggio: “Non temere”.

Il timore può essere un’emozione “prudente”. Una sana dose di apprensione può essere d’aiuto di tanto in tanto. Ci dona un senso di prudenza. I rabbini ci mettono in guardia: mai sfidare l’angelo della morte. Ci sono motivi legittimi nell’evitare rischi non necessari. La vita può essere già pericolosa di suo. Non c’è bisogno di nuotare volontariamente tra gli squali.

Però il timore, portato all’estremo, può portare una persona a non realizzare il proprio potenziale. In un modo o nell’altro la vita è fatta di rischi.

Una mia amica una volta mi parlò del suo timore nell’attraversare la strada a Washington DC. Macchine in ogni direzione. Mi raccontava che si atteneva alle isole di traffico a tutti i costi, con la costante paura di buttarsi nel mezzo, aspettando fino all’ultimo minuto prima di lasciare il marciapiede. Fino a che un giorno immaginò di essere investita sull’isola di traffico, con un conseguente titolo sui giornali che recitava: “Pedone investito, secondo la polizia stava attraversando irregolarmente”.

Abramo lascia la sua terra natia, la casa di suo padre, verso una destinazione ignota, tutto questo per via di un richiamo da parte di un Dio sconosciuto ed impossibile da conoscere. Questo sì che è un rischio! Ma la verità è che anche noi abbiamo il compito di compiere questo viaggio in nome della medesima divinità il giorno in cui nasciamo. Vivere vuol dire rischiare ed andare incontro ad un destino impossibile da conoscere a priori. Come e dove arriveremo è un mistero che rimarrà insoluto finché non raggiungiamo gli ultimi giorni della nostra vita. Quindi il messaggio rimane: “Non temere”. La tua vita è fatta per essere vissuta appieno.

In secondo luogo credo che l’espressione “e la parola del Signore giunse ad Abramo” sia l’indicazione da parte della Torà che ciò fosse qualcosa che il patriarca immaginò per se stesso. Non gli giunse inizialmente ma, come la mia amica di Washington DC, col tempo; comprese che non vi è nulla di sicuro in vita e che, molto spesso, il rischio è l’unica opzione per cui valga la pena o lo sforzo.

Non temere, altrimenti non raggiungerai mai la Terra Promessa e neanche l’altro lato della strada.

Shabbat Shalom

Rabbi Whiman